Affacciata alla costa di terra salva

Da questa parte per caso

Caso perversamente fortunato

Evidentemente le mie braccia sono corte

La mia coscienza chiude gli occhi

La mia anima è conserta

Se posso guardarvi annegare

Senza dire a.

Questa finestra col tetto sopra

Che attorno ha la patria

Non sono in esilio, io,

Ancora in italiano 

Posso tacere le mie parole competenti

Questa è la preghiera non pronunciata

La danza delle frasi trattenute

Questa è la poesia del sonno

Che fingo 

Guardandovi annegare.

Più dei nazisti che li spingevano 

Alla marcia della morte,

I sopravvissuti ricordano

Le ali di cittadini

Muti, 

che li guardavano

Senza un moto di partecipazione 

O di rivolta

O di soccorso.

Io ora sono uno di quei polacchi

Che ha fatto finta di nulla

Che ha chiuso le tendine,

Per non guardare 

I signori sopravvissuti

E tutti quelli che non sono sopravvissuti

Laceri, luridi, disperati, avvinghiati alla vita,

Quei veri signori

Che mi hanno raccontato 

A me

Gli occhi indifferenti dei polacchi

Non ebrei

Degli ungheresi 

Non ebrei

Come la peggiore ingiuria subìta

In almeno 8 anni di persecuzione 

Omicida.

E allora, almeno pronunciare

La ripulsa di terrore impotenza e angoscia

L’impasse insopportabile 

Che questa spiaggia di cadaveri 

Questo mare di persone 

Annegate per salvarsi

Crea dentro le persone 

ancora tali.

Ci fosse anche solo uno spiraglio

Ci fosse anche solo lo spazio di manovra

Di un millimetro

Noi passeremo da lì.

Futuro. 

Non ipotetica dell’irrealtà. 

Anna Segre