Sono andata alla presentazione, a Milano, del  saggio di Anna Segre, “ 100 punti di ebraicità secondo me ” edito da Elliot. L’ho letto con attenzione. Se devo essere sincera l’ho letto per ben due volte,  ormai il il libretto è già quasi esausto, saturo di sottolineature, evidenziature e orecchiette sfacciate. Decisamente vissuto.

Alcuni punti sembrano pensieri spettinati nati  in mezz’ora, creati per un post su Facebook , altri di una tale consistenza che sembra di mangiare cucchiai di mascarpone, tanto sono densi!

 Tutti terribilmente efficaci…

Il piccolo saggio racconta  di parecchi  incontri con figure importanti e significative della sua vita: madre, zie, cugini, pazienti ( lei è psicoterapeuta) e non mancano rabbini ,fidanzate,amici  sino ad arrivare a Satan e Dio/Dea.

Con una continua ironia ed autoironia , passeggia nella sua “ebraicità”  con elegante ed arguta intelligenza ( sarà anche questo essere ebrea…) , in mezzo a feste di Kippur , disquisizioni su Kasherut, negazione del bat-mitzvah, senza dimenticare il suo essere perdutamente  lesbica, le sue passioni amorose, la sua fragilità, il suo essere “capro espiatorio” con disarmante gioia ( la sua arma segreta) , sotto l’ombra onnipresente di un padre amato e problematico, pensatore e ingombrante . in questo “ cento punti di ebraicità , “ Anna ci racconta il suo profondo legame-conflitto con un popolo a cui appartiene ed a cui non fa mancare le sue critiche e le sue manifestazione d’amore.

In un tempo dove siamo orfani di tutto  ( Leader, Buonsenso e Pace,)  Anna è un tuono prima del temporale,  è spiraglio di luce  nella più profonda segreta. Come certi profeti di un Antico Testamento a me caro, Anna è scomoda, non trova il suo posto , è pietra di scarto ma per questo “angolare” , pungolo ,  domande e poche risposte. Mi ricorda tanto Osea, Amos e non ultimo il povero Giovanni  Battista, “ colui che grida nel deserto”. La vita dei profeti è faticosa: troppo visionari  per molti , troppo avanti per tutti, ma Anna sta lì, femminista femminile che “…vuole avere il diritto di toccare i Rotoli e pregare e fare numero “ a volte contratta sulla sedia, a volte  dritta come un fuso dietro quella montatura di occhiali  troppo severa per un corpo raggomitolato in un morbido maglione, profetessa incazzosa e dolce, riflessiva e titubante , a ricordarci che siamo di materia strana , noi umani, poco più densa delle materia di cui sono fatti i sogni .

Ecco, in questo piccolo libro ci sono sogni , incontri, conflitti, grida , sussurri, rivendicazioni, richieste e perché no, silenzi.

Anna parla della sua vita e nascono tra le righe suggestioni poetiche  (…” non è dato sapere il linguaggio del danno “ ) sino ad arrivare a filosofeggiare (“…Satana è tutto ciò che non hai realizzato , eppure avevi le potenzialità” ).  

Grazie, Anna,  per questo piccolo scrigno di poesia , questo concentrato di Verità umana in cui tutti ci si ritrova , in un punto o nell’altro.  Grazie della condivisione, della intelligenza, delle intuizioni , della tua incantevole e vera “ebraicità”. Merce preziosa di questi tempi . Da difendere e preservare.

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