Tutto è fuga dalla sofferenza,

ogni cosa può servire alla bisogna,

anche la fatica, anche un lavoro ingrato,

perfino un’altra sofferenza.

L’importante è avere un’interruzione 

della fame, della sete, dell’irrequietezza,

non sentire più quella coscienza soffocante

insopportabile

di essere presente 

di capire

di sentire.

E perciò vale tutto. 

Leggere scrivere uccidere e fare figli,

ogni gioco pensabile,

vale pregare vale lanciarsi con l’elastico vale drogarsi,

e, per un attimo, essere un tutt’uno

tra se stessi e il tormento di essere se stessi.

Ma siccome noi siamo smisurati,

nulla può colmare l’abisso che conteniamo,

e, dopo un istante,

nuovi appetiti insaziabili si affacceranno alla nostra anima,

senza che sappiamo ricostruirne il perché,

e di nuovo saremo 

criceti nella ruota 

dell’insoddisfacibilità. 

Anna Segre

www.annasegre.it